MOSTRA "L'ALTRA METÀ dELLA STORIA"
I trenta pannelli esposti qui virtualmente sono stati realizzati dall’UDI Provinciale di Roma per una mostra esposta alla festa di castel sant’Angelo il 1-2 settembre 1981
Tra la fine degli anni ‘70 e gli anni ’80 l’Udi Provinciale di Roma era solita organizzare momenti di svago e divertimento per porre al centro le tematiche politiche femminili e per dialogare con la popolazione romana.
Durante le feste di Noi Donne c’erano rappresentazioni teatrali, concerti, stand, mostre fotografiche, pittoriche e artistiche, dibattiti e incontri tutti incentrati sulle tematiche femminili. I programmi conservati nel nostro archivio rilevano giornate con fitti calendari di attività rivolti ad adulti, ma anche a bambini che spesso venivano coinvolti in rappresentazioni di danza, musica e teatro.
La mostra L’altra metà della storia qui presentata è conservata nell’archivio dell’UDI Romana La Goccia. È composta da 30 pannelli 70x100 cm dipinti a mano dall’artista Felicitas Nusselein, che in quegli anni ha più volte collaborato con l’UDI. È facile infatti, trovare la sua firma su molti, bellissimi, manifesti dell’Unione donne italiane consultabili sul sito dell’archivio digitale dell’UDI nazionale.
Il testo dei pannelli, breve, per necessità, ma efficace è opera di Rosanna Fiocchetto, scrittrice e tra la fondatrici del CLI (Collegamento tra Lesbiche Italiane) e del Centro Femminista Separatista.
I pannelli attraversano la Storia con un focus sulla condizione femminile che tanto a lungo è stata taciuta o non considerata e che, dagli anni ’70, inizia con forza a emergere. Sono quelli, infatti, gli anni della riscoperta della presenza femminile e si sente l’impellenza di far arrivare a tutte questa conoscenza, omessa dalle narrazioni e dai libri di testo. L’ altra metà della storia è quindi ciò che oggi chiameremo story telling; una combinazione di immagini e testo per parlare ai più (ma soprattutto alle più) e ricordare che ci siamo sempre state.
Come UDI Romana La Goccia abbiamo reputato utile non solo digitalizzare (grazie a un progetto finanziato dalla Direzione Generale degli Archivi) questi materiali al fine di tutela e conservazione, ma soprattutto rendere fruibile un materiale utile alla riflessione all’interno di percorsi didattici sulla storia delle donne. Ci piacerebbe infatti, che questa storia continuasse ad esser scritta dalle nuove generazioni consapevoli dell’esistenza di una genealogia femminile millenaria.
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